Di
Grant Southwood
Tanto
per parafrasare il mitico Sergio Leone, il buon Fabrizio Liuzzi pensa che
Stephen Amell abbia solo due espressioni: con cappuccio verde e senza cappuccio
verde. Personalmente, ammiro molto Stephen Amell per l’impegno filantropico e
per la leggerezza con cui prende il suo ruolo di star. Del fatto che sia
inespressivo o meno, poco mi importa. Arrow
mi diverte e trovo che il personaggio di Freccia Verde e la sua mitologia
siano trattati molto meglio rispetto a quando era comprimario in Smalville,
dove, diciamolo, avevano messo Oliver Queen solo perché Bruce Wayne aveva da
fare con Christopher Nolan.
Che
Freccia Verde nasca come Batman dei poveri però è un fatto e ora vi spiego
perché. Questo articolo lo dedico a tutte le fan di Ollie a cui viene l’attacco
di optocardia (leggi “occhi a cuoricino”) quando Oliver/Amell fa gli esercizi
alla sbarra senza maglietta. Sono sicuro che apprezzerete conoscere qualcosa di
più del vostro beniamino.
27
maggio 1939: nasce Batman, il modello per tutti i vigilanti senza superpoteri, ma
con una barca di soldi! Novembre 1941: sul numero 73 di More Fun Comics appare la prima storia con Freccia Verde, The Case of Namesake Murders: un
vigilante in maschera e il suo assistente adolescente, sfrecciando a bordo di una macchina dal design curioso, indagavano
su una serie di delitti. La storia fu scritta da Mort Weisinger, a cui forse
avevano detto «Amico caro, fatti un Batman tutto tuo».
Oltre
a Batman, Weisinger si è ispirato allo scrittore-personaggio Ellery Queen
(all’epoca i suoi gialli andavano per la maggiore) e a un serial
cinematografico del 1940, intitolato appunto The Green Archer.
L’Oliver
Queen anni ’40 era il benestante direttore di un museo e, almeno all’inizio, Freccia
Verde non era la versione moderna di Robin Hood, ma un guerriero pellerossa.
Solo successivamente Weisinger rese il riferimento al fuorilegge inglese più
esplicito. Il collegamento coi pellerossa era reso ancora più forte nel
personaggio di Roy Harper/Speedy (Colton Haynes nella serie CW) e dalla storia
delle origini della coppia.
Dimenticate l’isola di Lian Hyu e la Lista. Il
primo Oliver Queen – archeologo esperto in storia dei pellerossa – finiva sul
lastrico dopo che un gruppo di criminali gli aveva distrutto il museo. Decise
così di cambiar vita e di trasferirsi nella Lost
Mesa, nei pressi di una riserva indiana dove viveva il giovane Roy Harper,
quest’ultimo, sì, sopravvissuto a un incidente – aereo – in cui aveva perso i
genitori.
Problema:
i criminali che gli avevano distrutto il museo hanno seguito Oliver, credendo
che fosse alla ricerca di un favoloso tesoro, e nella lotta l’unico amico di
Roy, l’indiano Quoag, viene ucciso, costringendo i due a fare squadra. Adottano
i nomi in codice di Freccia Verde e Speedy, le danno di santa ragione ai
criminali, ritrovano il tesoro e tornano ricchi a Star City (di Starling City se ne parla dopo).
In
una storia degli anni ’80, Batman rinfaccia a Freccia Verde di non aver mai
avuto un’idea originale in tutta la sua vita. Non hai tutti i torti, Bats!
L’Oliver degli anni ’40, oltre all’assistente adolescente (che avevano un po’
tutti), usava una serie di mezzi “a tema” (Arrowcar, Arroplane, …), un
Arrow-segnale (una sorta di fuoco d’artificio a forma di – indovinate un po’! -
freccia verde); aveva persino un nemico clownesco, Leapo il Clown/Bull’s Eye
(“bersaglio”), oggi praticamente dimenticato. C’è da dire che disegnarsi un
bersaglio sul petto quando il tuo nemico è un esperto arciere non è indice di
grande furbizia, ma vabbè.
Uno
degli elementi caratteristici di Freccia Verde sono le trick-arrows, le frecce-gadget, la più famosa delle quali è la
freccia-guantone, che in Arrow hanno
citato in una gustosa scena nella terza stagione. Così come Batman poteva
tirare fuori dalla cintura sempre lo strumento utile alla risoluzione del caso,
nella faretra Freccia Verde aveva sempre – sempre! - la freccia giusta da
scoccare al momento giusto. Tra le più degne di nota ricordiamo: la
freccia-sonaglino, la freccia-ciambella e la freccia-ombrello.
Come
tutti i supereroi del periodo, con la fine della II Guerra Mondiale, Freccia
Verde perse fascino per un pubblico che pretendeva di più dagli eroi di carta.
Non bastava più essere una copia in verde di Batman, col cappellino piumato a
punta. Per sopravvivere, Freccia Verde doveva diventare… qualcos’altro! Ma della sua evoluzione, di Black Canary, di Thea,
di Felicity Smoak e di Diggle parleremo un’altra volta.
Nella
prossima puntata di Golden Age vi
racconterò la storia dell’originale supereroe arciere che ha ispirato un po’
tutti gli altri. Prima ancora di Freccia Verde, molto tempo prima di Occhio di
Falco, un altro eroe scoccava giustizia a frecciate!
Il
suo nome? The Arrow!
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