martedì 16 giugno 2015

GOLDEN AGE: QUANDO OLIVER QUEEN DIRIGEVA UN MUSEO DI STORIA INDIANA


Di Grant Southwood 




Tanto per parafrasare il mitico Sergio Leone, il buon Fabrizio Liuzzi pensa che Stephen Amell abbia solo due espressioni: con cappuccio verde e senza cappuccio verde. Personalmente, ammiro molto Stephen Amell per l’impegno filantropico e per la leggerezza con cui prende il suo ruolo di star. Del fatto che sia inespressivo o meno, poco mi importa. Arrow mi diverte e trovo che il personaggio di Freccia Verde e la sua mitologia siano trattati molto meglio rispetto a quando era comprimario in Smalville, dove, diciamolo, avevano messo Oliver Queen solo perché Bruce Wayne aveva da fare con Christopher Nolan.
Che Freccia Verde nasca come Batman dei poveri però è un fatto e ora vi spiego perché. Questo articolo lo dedico a tutte le fan di Ollie a cui viene l’attacco di optocardia (leggi “occhi a cuoricino”) quando Oliver/Amell fa gli esercizi alla sbarra senza maglietta. Sono sicuro che apprezzerete conoscere qualcosa di più del vostro beniamino.


27 maggio 1939: nasce Batman, il modello per tutti i vigilanti senza superpoteri, ma con una barca di soldi! Novembre 1941: sul numero 73 di More Fun Comics appare la prima storia con Freccia Verde, The Case of Namesake Murders: un vigilante in maschera e il suo assistente adolescente, sfrecciando a bordo di una macchina dal design curioso, indagavano su una serie di delitti. La storia fu scritta da Mort Weisinger, a cui forse avevano detto «Amico caro, fatti un Batman tutto tuo».
Oltre a Batman, Weisinger si è ispirato allo scrittore-personaggio Ellery Queen (all’epoca i suoi gialli andavano per la maggiore) e a un serial cinematografico del 1940, intitolato appunto The Green Archer.

L’Oliver Queen anni ’40 era il benestante direttore di un museo e, almeno all’inizio, Freccia Verde non era la versione moderna di Robin Hood, ma un guerriero pellerossa. Solo successivamente Weisinger rese il riferimento al fuorilegge inglese più esplicito. Il collegamento coi pellerossa era reso ancora più forte nel personaggio di Roy Harper/Speedy (Colton Haynes nella serie CW) e dalla storia delle origini della coppia.


 Dimenticate l’isola di Lian Hyu e la Lista. Il primo Oliver Queen – archeologo esperto in storia dei pellerossa – finiva sul lastrico dopo che un gruppo di criminali gli aveva distrutto il museo. Decise così di cambiar vita e di trasferirsi nella Lost Mesa, nei pressi di una riserva indiana dove viveva il giovane Roy Harper, quest’ultimo, sì, sopravvissuto a un incidente – aereo – in cui aveva perso i genitori.


Problema: i criminali che gli avevano distrutto il museo hanno seguito Oliver, credendo che fosse alla ricerca di un favoloso tesoro, e nella lotta l’unico amico di Roy, l’indiano Quoag, viene ucciso, costringendo i due a fare squadra. Adottano i nomi in codice di Freccia Verde e Speedy, le danno di santa ragione ai criminali, ritrovano il tesoro e tornano ricchi a Star City (di Starling City se ne parla dopo).

In una storia degli anni ’80, Batman rinfaccia a Freccia Verde di non aver mai avuto un’idea originale in tutta la sua vita. Non hai tutti i torti, Bats! L’Oliver degli anni ’40, oltre all’assistente adolescente (che avevano un po’ tutti), usava una serie di mezzi “a tema” (Arrowcar, Arroplane, …), un Arrow-segnale (una sorta di fuoco d’artificio a forma di – indovinate un po’! - freccia verde); aveva persino un nemico clownesco, Leapo il Clown/Bull’s Eye (“bersaglio”), oggi praticamente dimenticato. C’è da dire che disegnarsi un bersaglio sul petto quando il tuo nemico è un esperto arciere non è indice di grande furbizia, ma vabbè.


Uno degli elementi caratteristici di Freccia Verde sono le trick-arrows, le frecce-gadget, la più famosa delle quali è la freccia-guantone, che in Arrow hanno citato in una gustosa scena nella terza stagione. Così come Batman poteva tirare fuori dalla cintura sempre lo strumento utile alla risoluzione del caso, nella faretra Freccia Verde aveva sempre – sempre! - la freccia giusta da scoccare al momento giusto. Tra le più degne di nota ricordiamo: la freccia-sonaglino, la freccia-ciambella e la freccia-ombrello.


Come tutti i supereroi del periodo, con la fine della II Guerra Mondiale, Freccia Verde perse fascino per un pubblico che pretendeva di più dagli eroi di carta. Non bastava più essere una copia in verde di Batman, col cappellino piumato a punta. Per sopravvivere, Freccia Verde doveva diventare… qualcos’altro! Ma della sua evoluzione, di Black Canary, di Thea, di Felicity Smoak e di Diggle parleremo un’altra volta.

Nella prossima puntata di Golden Age vi racconterò la storia dell’originale supereroe arciere che ha ispirato un po’ tutti gli altri. Prima ancora di Freccia Verde, molto tempo prima di Occhio di Falco, un altro eroe scoccava giustizia a frecciate!
Il suo nome? The Arrow

     

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