AL SERVIZIO DEL CAOS
di Roberto Recchioni e Angelo Stano, Daniele Bigliardo Dylan Dog n. 341 Sergio Bonelli Editore
di Lui Geeno
Inutile girarci intorno: questa storia mi ha esaltato, superando ogni mia più rosea aspettativa. La famigerata "fase 2" del nuovo Dylan Dog, iniziata con il numero 337, con questo albo diventa tangibile e concreta. Roberto Recchioni, attuale curatore della testata, chiamato a "ridare nuova vita" al nostro eroe, confeziona una storia che, a mio modesto parere, funge da vero spartiacque tra il vecchio e il nuovo corso del nostro Old Boy, gettando le basi per un radioso futuro ricco di colpi di scena e tante novità.
Sono due i punti principali di quest'albo e sui quali vorrei soffermarmi: il debutto di un nuovo personaggio, ovvero John Ghost, e il ritorno di Dylan Dog, quel Dylan che tanto abbiamo amato negli anni e che, ultimamente, non ci emozionava come un tempo. Ma procediamo per gradi.
John Ghost è arrivato. Presentato a Lucca 2014 con un albetto "ad hoc", questo nuovo personaggio è un classico figlio di puttana "alla Roberto Recchioni": cinico, spregiudicato, arrivista, ambizioso e irritante quanto basta a far girare le palle anche ad un morto. Quanto vediamo nell'albo è ben poca cosa rispetto a quanto vedremo in futuro; difatti il "caro" John incrocerà spesso la strada dell'inquilino di Craven Road, diventandone il suo antagonista. Ma chi è davvero John Ghost? E' un arrogante multi miliardario a capo della Ghost Enterprise, holding dalle innumerevoli facce, tante quante sono i segmenti di mercato nei quali opera: videogames, comunicazione, energie rinnovabile, agricoltura bio, ricerca spaziale, bionica, ecc... Deve parte della sua fortuna al suo innato potere: portare l'ordine dove prima c'era il caos. Difatti, come si vede nel prologo dell'albo (spoilero serenamente, tanto lo stesso contenuto è stato reso noto nell'albetto di Lucca), al nostro "nuovo cattivo" basterebbe offendere ed umiliare una ragazza sovrappeso oggi, per far si che dall'altra parte del mondo si scateni un conflitto a fuoco domani. La teoria del caos, insomma. Il resto del suo immenso potere lo deve, invece, alle "amicizie" molto in alto... e mi fermo qui per non rovinare la sorpresa a quanti non hanno letto l'albo e che si troveranno spiazzati nel visionare l'ultima pagina dell'albo. Tornando alla storia, per il tramite della sua assistente (sfruttando il debole di Dylan nei confronti del gentil sesso), John chiamerà Dylan ad indagare sui misteriosi decessi che colpiscono i possessori del nuovo Ghost 9000, telefono di ultima generazione appena lanciato sul mercato.
Dylan Dog è tornato. Ebbene si, miei cari. Il buon vecchio Dylan è tornato. In questo albo ho finalmente ritrovato quelle atmosfere di qualche anno fa, in cui il nostro beniamino è chiamato ad indagare sugli orrori della nostra società, su quello che siamo diventati: è mai possibile che pur di possedere il nuovo smartphone siamo disposti a tutto? E a scapito di chi, quel nuovo concentrato di ipertecnologia, giunge nelle nostre tasche? Una storia di denuncia, insomma, che mette in risalto anche un altro gravissimo problema dei nostri tempi: la memoria e l'indignazione pro tempore. In un'epoca in cui tutto è veloce, in cui le relazioni umane si consumano nel tempo che due ciglia impiegano a toccarsi, il nostro Dylan scopre (suo malgrado ed ignorando fino a questo momento cosa può fare un telefono collegato con il mondo) come la gente, dimenticando in fretta un torto subito da un governo o da una grossa compagnia, sia poi pronta ad indignarsi per notizie che, a confronto, hanno pochissima rilevanza... e John Ghost sfrutterà al massimo questa "opportunità" che il "benessere" moderno ci offre. Il nostro Dylan, invece, ne uscirà con le ossa rotte, comprendendo che potrà fare ben poco per contrastare questo orrore.
Roberto Recchioni tesse la trama di un'avventura "paradossalmente avvincente" affrontando un argomento di forte quanto sconcertante attualità (e chi meglio di lui avrebbe potuto affrontare questo argomento, dato che sui social ha costruito il suo attuale impero), mettendo in campo un personaggio che farà discutere a lungo e che, sotto certi aspetti, ricorda il caro John Doe, del quale molti di noi sentono la mancanza (io di certo).
Sono due i punti principali di quest'albo e sui quali vorrei soffermarmi: il debutto di un nuovo personaggio, ovvero John Ghost, e il ritorno di Dylan Dog, quel Dylan che tanto abbiamo amato negli anni e che, ultimamente, non ci emozionava come un tempo. Ma procediamo per gradi.
John Ghost è arrivato. Presentato a Lucca 2014 con un albetto "ad hoc", questo nuovo personaggio è un classico figlio di puttana "alla Roberto Recchioni": cinico, spregiudicato, arrivista, ambizioso e irritante quanto basta a far girare le palle anche ad un morto. Quanto vediamo nell'albo è ben poca cosa rispetto a quanto vedremo in futuro; difatti il "caro" John incrocerà spesso la strada dell'inquilino di Craven Road, diventandone il suo antagonista. Ma chi è davvero John Ghost? E' un arrogante multi miliardario a capo della Ghost Enterprise, holding dalle innumerevoli facce, tante quante sono i segmenti di mercato nei quali opera: videogames, comunicazione, energie rinnovabile, agricoltura bio, ricerca spaziale, bionica, ecc... Deve parte della sua fortuna al suo innato potere: portare l'ordine dove prima c'era il caos. Difatti, come si vede nel prologo dell'albo (spoilero serenamente, tanto lo stesso contenuto è stato reso noto nell'albetto di Lucca), al nostro "nuovo cattivo" basterebbe offendere ed umiliare una ragazza sovrappeso oggi, per far si che dall'altra parte del mondo si scateni un conflitto a fuoco domani. La teoria del caos, insomma. Il resto del suo immenso potere lo deve, invece, alle "amicizie" molto in alto... e mi fermo qui per non rovinare la sorpresa a quanti non hanno letto l'albo e che si troveranno spiazzati nel visionare l'ultima pagina dell'albo. Tornando alla storia, per il tramite della sua assistente (sfruttando il debole di Dylan nei confronti del gentil sesso), John chiamerà Dylan ad indagare sui misteriosi decessi che colpiscono i possessori del nuovo Ghost 9000, telefono di ultima generazione appena lanciato sul mercato.
Dylan Dog è tornato. Ebbene si, miei cari. Il buon vecchio Dylan è tornato. In questo albo ho finalmente ritrovato quelle atmosfere di qualche anno fa, in cui il nostro beniamino è chiamato ad indagare sugli orrori della nostra società, su quello che siamo diventati: è mai possibile che pur di possedere il nuovo smartphone siamo disposti a tutto? E a scapito di chi, quel nuovo concentrato di ipertecnologia, giunge nelle nostre tasche? Una storia di denuncia, insomma, che mette in risalto anche un altro gravissimo problema dei nostri tempi: la memoria e l'indignazione pro tempore. In un'epoca in cui tutto è veloce, in cui le relazioni umane si consumano nel tempo che due ciglia impiegano a toccarsi, il nostro Dylan scopre (suo malgrado ed ignorando fino a questo momento cosa può fare un telefono collegato con il mondo) come la gente, dimenticando in fretta un torto subito da un governo o da una grossa compagnia, sia poi pronta ad indignarsi per notizie che, a confronto, hanno pochissima rilevanza... e John Ghost sfrutterà al massimo questa "opportunità" che il "benessere" moderno ci offre. Il nostro Dylan, invece, ne uscirà con le ossa rotte, comprendendo che potrà fare ben poco per contrastare questo orrore.
Roberto Recchioni tesse la trama di un'avventura "paradossalmente avvincente" affrontando un argomento di forte quanto sconcertante attualità (e chi meglio di lui avrebbe potuto affrontare questo argomento, dato che sui social ha costruito il suo attuale impero), mettendo in campo un personaggio che farà discutere a lungo e che, sotto certi aspetti, ricorda il caro John Doe, del quale molti di noi sentono la mancanza (io di certo).
Le tavole sono state disegnate a quattro mani. Il veterano Angelo Stano, creatore grafico di John Ghost, ha disegnato le tavole presenti nel prologo (da pag. 5 a pag. 12) e l'epilogo (da pag. 95 a pag. 98) dell'albo (le stesse tavole presenti nell'albetto distribuito a Lucca, in pratica). Nulla da aggiungere sul lavoro del buon Stano, a tutti noi noto da anni, e che in questa nuova vita di Dylan ha avuto anche il compito di rivedere il mood delle copertine che diventano sempre più belle, numero dopo numero. Il resto dell'albo, invece, è stato disegnato dall'abile Daniele Bigliardo che ci regala delle tavole spettacolari, alcune di esse da perdere il fiato (pag. 13, vedere per credere). Promosso a pieni voti. Ultima cosa: il nuovo corso di Dylan Dog lo si nota anche dalle tavole che, finalmente, contengono elementi di rinnovamento grazie a nuove inquadrature e nuovi schemi (pag. 23 e pag. 69) e all'introduzione delle "splash page" (pagine a tavola unica, per intenderci) come quella di pag. 89 che, a mio avviso, è epica.
Cari amici, Dylan Dog è tornato... e alla grande!
Lunga vita a Dylan Dog!
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