Come ogni buon appassionato di fumetti sono passato in edicola per la mia ronda in cerca di novità e mi sono ritrovato per le mani questo "Texone" n°29.
Sinceramente, quando ho letto "disegnato da Corrado Roi" ho pensato a qualcuno in Bonelli in pieno autolesionismo, ubriaco e drogato seduto al cesso intento a pensare:
- Come faccio a far sclerare i fan di Tex? Idea! Chiamo Roi -.
Intendiamoci, Roi é un grande. Bravissimo. Ma dovrebbe disegnare una sola cosa in vita sua e una soltanto. Dylan Dog.
E il gigante di Nathan Never "I giorni della maschera" ne é la conferma (è anche vero che gli episodi di Nathan Never più belli, sono quelli in cui Nathan Never non c'è).
Poi però lo apri. Lo sfogli. E ci leggi un Roi inaspettato e diverso. Il suo stile secco, graffiato, sporco di sangue e putrefatto si trasforma in eleganza, misticismo, portandoti in una dimensione tra il sogno e l'incubo.
E ti rimangi tutto. Tutto. Meraviglioso Roi. Ma meravigliosa la redazione di Tex.
Capace di piegare lo stile di Roi alle esigenze di Tex senza perdere praticamente in nulla.
Capace di stampare miracoli su carta.
Un altro Tex perfetto.
Sinceramente se la redazione di Tex dirigesse questo paese, la nostra Italia sarebbe perfetta.
Proprio come un numero di Tex.
Luigi Simonetti
pessimo, per la prima volta ho faticato ad arrivare alla fine di un albo di tex. un castello di un nobile bulgaro in arizona? mah...bello dylan dog..ed ok le contaminazioni, ma ad un certo punto al posto di kit carson vedemo groucho marx!
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